DESAPARECIDA LA BANCA DATI DELLE LOCAZIONI BREVI

Non si hanno più notizie della banca dati sulle locazioni brevi, nonostante siano passati più di tre mesi dal termine stabilito per l’approvazione del decreto istitutivo (30 luglio 2019), finalizzato a migliorare la qualità dell'offerta turistica, assicurare la tutela del turista e contrastare forme irregolari di ospitalità, anche ai fini fiscali.

 

La legge prevede che tutti gli alloggi turistici presenti nel territorio nazionale debbano essere identificabili mediante un codice identificativo, che deve essere utilizzato in ogni comunicazione inerente all'offerta e alla promozione dei servizi all'utenza.

 

Basta una passeggiata sul web per rendersi conto della urgente necessità di fare chiarezza in un mercato in cui c’è di tutto, dalle strutture che si auto-attribuiscono illegalmente la qualifica di hotel e le stelle, ai superhost che mettono in vendita centinaia di appartamenti spacciandosi per nonnette che arrotondano la pensione.

 




Che fine ha fatto la banca dati degli immobili destinati alle locazioni brevi?

Non se ne hanno più notizie, nonostante siano passati più di tre mesi dal termine stabilito per l’approvazione del decreto istitutivo (30 luglio 2019), finalizzato a migliorare la qualità dell'offerta turistica, assicurare la tutela del turista e contrastare forme irregolari di ospitalità, anche ai fini fiscali.

La legge prevede che tutti gli alloggi turistici presenti nel territorio nazionale debbano essere identificabili mediante un codice identificativo, che deve essere utilizzato in ogni comunicazione inerente all'offerta e alla promozione dei servizi all'utenza.

Basta una passeggiata sul web per rendersi conto della urgente necessità di fare chiarezza in un mercato in cui c’è di tutto, dalle strutture che si auto-attribuiscono illegalmente la qualifica di hotel e le stelle ai superhost che mettono in vendita centinaia di appartamenti spacciandosi per nonnette che arrotondano la pensione.

Per non parlare della farsa in materia di imposta di soggiorno, che viene riscossa dai portali solo in poche decine di località (su mille comuni italiani che hanno istituito l’imposta), invocando come scusa la necessità di stipulare convenzioni con i municipi, in barba ad una legge che prevede espressamente tale obbligo.

E’ sparito dai radar anche il regolamento che avrebbe dovuto definire i criteri in base ai quali l'attività di locazione breve si presume svolta in forma imprenditoriale, che era atteso per il mese di settembre 2017.

Mentre in Italia si consente a furbi ed evasori di prosperare, all’estero da tempo sono stati fissati dei paletti. Ad Amsterdam gli appartamenti non possono essere affittati ai turisti per più di 30 giorni all’anno; il limite è di 60 giorni a Ginevra e di 90 a Londra e Madrid. Pochi giorni fa, il senato francese ha approvato un emendamento che dimezza il limite, da 120 a 60 giorni. E il 5 novembre, la cittadinanza di Jersey City (cittadina a pochi minuti di treno da Manhattan), ha votato a favore di un limite di 60 giorni e di altre norme volte a tutelare i residenti dall’invasione degli affitti brevi.

Gli accertamenti svolti quest’estate dalla Guardia di Finanza hanno dimostrato che in Italia due alloggi su tre sono irregolari. E un’indagine della procura di Genova ha acceso i riflettori su gravi irregolarità in materia di pagamento dell’IVA sulle commissioni pagate ai portali.

E’ singolare che le forze politiche si arrovellino alla ricerca di risorse per far quadrare i conti della manovra di bilancio, mentre i ricavi miliardari generati da centinaia di migliaia di alloggi destinati agli affitti brevi sfuggono ad ogni prelievo, grazie alla connivenza dei portali.

Chiediamo al Governo di accelerare l’emanazione dei provvedimenti in sospeso e auspichiamo che la manovra di bilancio venga integrata con misure concrete, immediatamente operative, che pongano un argine al dilagare delle offerte abusive, della concorrenza sleale e dell’evasione fiscale.

alcuni dati sul mercato degli affitti brevi in Italia

La distribuzione degli annunci su Airbnb per regione ad agosto 2019

Toscana

66.597

Sicilia

58.366

Lombardia

46.314

Lazio

44.446

Puglia

40.481

Sardegna

35.237

Campania

30.400

Veneto

27.339

Liguria

20.859

Piemonte

17.372

Emilia - Romagna

15.225

Umbria

9.343

Trentino - Alto Adige

9.306

Calabria

9.244

Marche

8.751

Abruzzo

7.109

Friuli - Venezia Giulia

4.605

Valle d'Aosta

3.446

Basilicata

2.364

Molise

948

Italia

457.752

I primi 20 comuni italiani per numero di annunci su Airbnb ad agosto 2019

Roma

31.733

Milano

20.878

Firenze

12.414

Venezia

9.097

Napoli

8.593

Palermo

6.184

Torino

4.458

Bologna

4.375

Siracusa

4.147

Catania

3.326

Verona

2.904

Olbia

2.742

Lucca

2.440

Alghero

2.286

Ostuni

2.192

Lecce

2.127

Genova

2.103

Gallipoli

2.099

La Spezia

2.097

Castellammare del Golfo

2.049

Ciascuno dei 457.752 alloggi in vendita su Airbnb nel mese di agosto 2019 è stato indicato sulla mappa con un punto rosso; il risultato è una grande macchia, che ha invaso le grandi località turistiche, i capoluoghi, le coste, etc

Tutti i dati sono stati rilevati dal Centro studi di Federalberghi, con l’assistenza tecnica di Incipit srl e InsideAirbnb



 comunicato stampa - locazioni brevi.docx

Pubblicato il 14/11/2019






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